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PREVENZIONE E CURA: Quando le nostre emozioni ed i conflitti diventano malattia?

Aggiornamento: 17 ott 2022


"Per sciogliere i sintomi è indispensabile risalire alla loro origine, rinnovare il conflitto dal quale sono scaturiti e, con l’aiuto di forze che al tempo non erano disponibili, indirizzarlo verso una diversa soluzione."

(S. Freud)



L'attuale ricerca scientifica ci conferma come, spesso, le tensioni emotive si tramutino in sintomi fisici.

Nei casi di disturbi somatici, i sintomi non sono che la manifestazione di un disagio, stress o conflitto che viviamo o che abbiamo vissuto e che potrebbero poi degenerare in malattia.

La psiche ha un ruolo in ogni patologia medica, ma in alcune condizioni assume una rilevanza particolare, rispetto sia all' origine del disturbo, sia alla sua evoluzione. Si considerano “psicosomatiche” le malattie nelle quali ci sono modificazioni, organiche o funzionali, che dipendono da problemi psicologi ed emotivi.

In questo senso, ecco quali sono le situazioni più comuni:

  • Cefalea: diffusissima e di vari tipi, tra cui emicrania, cefalea a grappolo o cefalea muscolo-tensiva (dovuta a tensioni o contratture muscolari). Può evolvere in un disturbo cronico, con ansia anticipatoria tra una crisi e l’altra e abuso di farmaci (generalmente analgesici).

  • Disturbi cardiovascolari: problematiche a carico del cuore o dei vasi sanguigni, come alterazioni del battito cardiaco, tachicardia, palpitazioni, extrasistole, dolori anginosi, sbalzi di pressione, svenimenti, ischemie, ecc.

  • Disturbi gastrointestinali: mal di stomaco, digestione difficile (dispepsia), acidità, nausea o vomito, dolori addominali e retrosternali, intestino irritabile, colite, gastrite, ulcera, ecc.

  • Disturbi dermatologici: dermatiti, eczema, irritazioni, prurito, psoriasi, alopecia, problemi della pelle o dei tessuti associati (capelli, peli, unghie).

  • Dolori muscoloscheletrici: cervicale, dolori muscolari, mal di ossa, mal di schiena, ecc.

  • Problemi respiratori: asma bronchiale, respirazione faticosa (dispnea), “fame d’aria”, ecc.

  • Disordini alimentari: inappetenza, restrizioni eccessive, fame insaziabile, abbuffate compulsive, obesità, ecc.

Nei disturbi elencati, gli stati affettivi sono tra le principali concause della malattia. Ma anche nei disturbi che non c’entrano nulla con la psiche, la mente ha un ruolo centrale nel determinare la percezione del disturbo, la possibilità di seguire cura adeguata, le dinamiche della convalescenza, e dunque anche la prognosi.

Ma come fa uno stato psichico a trasformarsi in un sintomo corporeo?

Per quanto possa sembrare misterioso, questo “salto” dallo psichico al corporeo è stato (parzialmente) spiegato dalla medicina contemporanea e dalle neuroscienze. Corpo e mente non sono entità separate, ma s’influenzano reciprocamente, sempre e in molti modi, in salute e in malattia. Questo inscindibile legame spiega molte malattie “misteriose”, e altrettante guarigioni apparentemente “miracolose”.

Vediamo alcune vie di “traduzione” dello psichico al somatico:

  • La via neuronale: i neuroni, le cellule del nostro sistema nervoso, comunicano tra loro attraverso neurotrasmettitori o neuromodulatori: serotonina, dopamina, adrenalina, endorfina, ecc. Queste sostanze chimiche hanno un ruolo centrale nel nostro equilibrio psicofisico, regolando, tra le altre cose, il tono dell’umore, i livelli di energia, la percezione del dolore.

  • La via neurovegetativa: il sistema nervoso autonomo è quell’insieme di cellule e fibre che innerva tutti gli organi interni e le ghiandole, regolando le funzioni corporee involontarie. Questo sistema collega l’organismo con l’ambiente esterno, spiegando come a ogni stato affettivo corrispondano immediati cambiamenti fisici: ad esempio, insieme ad un’emozione violenta, possiamo sentire costrizione al petto, sbalzi di pressione, dolore allo stomaco.

  • La via endocrina: gli stati affettivi possono produrre o inibire il rilascio di ormoni dall’ipofisi o dalle altre ghiandole, alterando l’equilibrio ormonale. Gli ormoni sono importantissimi perché trasmettono messaggi ai vari organi del corpo ed hanno un ruolo centrale nel mantenimento del nostro benessere psicofisico.

  • La via immunitaria: coinvolge l’insieme di cellule che presiede alla difesa dell’organismo. Esperienze difficili, ansia o depressione, possono portare a un abbassamento delle difese immunitarie, con un aumentato rischio di contrarre infezioni e altre malattie.

Quali sono i meccanismi di traduzione del disagio psicologico in malessere fisico?

Ci sono diversi meccanismi di “traduzione” del malessere, da psichico in somatico. Vediamo i due principali:

  • La conversione: la malattia rappresenta il conflitto interiore. Un contenuto psichico rimosso si converte in un sintomo somatico, esprimendosi attraverso il linguaggio del corpo. In questi casi, abbiamo a che fare con un conflitto inconscio che non trova altra via di risoluzione se non nella malattia. Ad esempio, nelle paralisi isteriche, il conflitto si manifesta direttamente nei muscoli, colpendo la motricità: la persona è immobilizzata, senza alcuna motivazione medica. Il sintomo è in stretto rapporto con il conflitto, cioè lo simbolizza, e in qualche modo lo “risolve”: ad esempio, in un conflitto tra dipendenza e autonomia, la paralisi risolve la questione, rendendo impossibile l’emancipazione. Le persone con questo problema possono avere comportamenti dimostrativi, volti ad attirare l’attenzione o a suscitare compassione, non perché fingano di stare male, ma perché la malattia è in stretto rapporto con le dinamiche relazionali dell’ambiente di vita. Al contrario, ci sono persone che manifestano un distacco affettivo che può arrivare all’incapacità di provare dolore, come se si fosse anestetizzati (belle indifference).

  • La somatizzazione: la tensione emotiva è scaricata sul corpo. Anche in questo caso, la malattia è legata a stati affettivi non riconosciuti e non elaborati, ma i sintomi non hanno nulla a che fare con i contenuti psichici originari, essendo la generica espressione di una tensione emotiva brutalmente “scaricata” sul corpo. Le persone che soffrono di questo tipo di disturbi, hanno spesso una certa difficoltà a identificare le proprie emozioni, a comunicarle e a elaborarle sul piano mentale (alessitimia). Inoltre, possono avere difficoltà a interpretare bene gli stati mentali, sia i propri sia quelli altrui (deficit di mentalizzazione). Per questo, gli stati affettivi imboccano, senza mezzi termini, la via somatica e si trasformano in sintomi e disturbi fisici, che possono essere diversi e multiformi, variando da persona a persona, ma anche nello stesso soggetto nel corso del tempo. Questo tipo di disturbi è più difficile da curare rispetto a un’ansia o una depressione conclamate: prima i sintomi devono tornare psichici, allora la persona pensa di stare peggio, ma è l’inizio del processo di guarigione.

Come le emozioni influenzano la percezione del dolore

"Un’anima triste può ucciderti più in fretta di un germe."

(J. Steinbeck)

Abbiamo visto come i processi psichici ed emotivi possono innescare catene di eventi somatici che portano a veri e propri disturbi organici, come mal di testa, gastriti, malattie della pelle o problemi di pressione. Ma c’è un altro aspetto da considerare, cioè quello della percezione del dolore.

Il dolore è il risultato di un processo nervoso che, a tappe, dalle periferie arriva al cervello, ed è sempre amplificato dalla paura e dell’ansia, che abbassano la soglia della sua percezione. Lo stesso meccanismo, condotto alle estreme conseguenze, può farci sentire il dolore anche quando non c’è una base organica. Per quanto possa sembrare strano, c’è una spiegazione biologica: l’aspettativa di un effetto analgesico induce la produzione di endorfine, sostanze chimiche simili alla morfina, prodotte dal nostro cervello, che bloccano fisiologicamente il dolore.

Riflessione personale:

In conclusione trovo sia fondamentale che, anche per quel che riguarda la prevenzione, si prenda in considerazione anche la mente e le emozioni. Solo ragionando in questo modo si può veramente raggiungere il benessere.

Anche con la Cromoterapia e la medicina esogetica si lavora in questo senso; ovvero cercando di sciogliere le situazioni stressogene o anche prevenedo situazioni che possano portare ad uno stato di malattia. Per i mesi di ottobre e nobembre potete senz'altro prenotare un trattamento di rinforzo immunitario e/o una diagnosi energetica ricevendo in omaggio un olio esogetico per praticare anche a casa una terapia immunitaria.


Vi aspetto in studio, sempre su appuntamento, o anche telefonicamente per maggiori informazioni.










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